La riproposizione di alcuni dei principali testi che contribuirono alla formazione del pensiero napoletano cinque-seicentesco permette di comprendere l’alto livello culturale regnicolo del tempo, di restituirgli il suo giusto ruolo nella storia del pensiero filosofico-politico universale e di apportare un notevole contributo all’opera di rivisitazione e rivalutazione storica di un periodo in cui – lungi da essere una “colonia” e prima di divenire sì capitale autonoma, ma di un piccolissimo regno – Napoli era una delle principali gemme della Corona ispanica, parte integrante dell’Impero su cui “non tramontava mai il sole”.
1. Francesco Lanario, Il principe bellicoso
2. Ottavio Sammarco, Opere politiche. Discorso politico intorno alla conservazione della pace dell’Italia (1626); Delle mutazioni dei Regni (1629)
3. Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna
4. Giulio Cesare Sorrentino, Partenope pacificata – Alessio Pulci, Don Giovanni ovvero Partenope pacificata
5. Cantalicio (Giovanni Battista Valentini), Gonsalvia. Le guerre in Italia del Gran Capitano
6. Giuseppe Campanile, Innocenzo Fuidoro (Vincenzo D’Onofrio), Diario della sollevazione di Napoli (1647-1648). Da Masaniello alla “Reale Repubblica” napoletana
7. Francesco Imperato, Le Piazze della Città di Napoli e la Casa dell’Annunziata
8. Giovan Battista Manso, Vita di Torquato Tasso – Torquato Tasso, Il Manso o vero de l’amicizia